“La barca distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario.Verso la fine della notte Egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, nel vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero:”E’un fantasma!” E si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro:”Coraggio, sono io, non abbiate paura!” Pietro gli disse:” Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque!” Ed Egli disse:”Vieni!” Pietro, scendendo dalla barca si mise a camminare sulle acque ed andò verso Gesù. Ma, per la violenza del vento, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò:”Signore, salvami!” E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse:”Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”
Appena saliti sulla barca il vento cessò. (Matteo, 14, 24)
Mi trovo in una chiesa di provincia per partecipare alla funzione domenicale; giro lo sguardo intorno a me, non vedo più visi, ma volti lugubremente coperti da una stoffa dai colori più disparati, a seconda dei gusti. I colori, tuttavia, non riescono a supplire alla gioia che dona un sorriso, alla luce che sprigiona dal viso di una persona che è stata creata ad immagine e somiglianza di Dio. Come rapinatori, dal volto coperto, ci accingiamo a prendere posto tra le panche, dotate di strani cartelli che indicano dove sederti, a debita distanza l’uno dall’altro. Il sacro Tempio di Dio sembra diventato un piazzale regolato da freddi cartelli stradali di una città qualsiasi.
La gente ha paura dell’altro suo simile, è terrorizzato da un virus venuto da lontano, ma che ha paralizzato l’intero globo. Il cervello sembra non funzionare più, intorpidito dalla paura di infettarsi. Si compiono dei gesti e si usano comportamenti che, ad occhio esterno, risulterebbero ridicoli e senza senso. Non c’è più logica in tutto questo, si vive di scariche di adrenalina, come un cortocircuito infinito, di cui non si conosce la causa.
Il martellamento criminale dei mass media ha prodotto il suo effetto: terrore nei volti, terrore negli occhi sbarrati di chi avvista una “mosca bianca”, priva di camuffamento. Non si riescono ad assimilare concetti contrari che indicano le mascherine non utili ed anche dannose alla respirazione; “serve il distanziamento ed anche la mascherina”, ripetono pedissequamente giornalisti televisivi, magari pagati lautamente per seminare il panico.
Nella quiete della Casa del Signore, dove di solito regna un’atmosfera sacra, propria del luogo, il silenzio viene interrotto dalla funzione religiosa.
Tutti i fedeli sono imbacuccati dal freddo, alcuni lasciano intravvedere solo gli occhi, anch’essi disturbati da quella stoffa orrenda. Mi guardo intorno, vengo distratta da una donna che si affanna a disinfettare le mani, non se ne conosce il motivo, dal momento che prima di entrare aveva fatto la stessa cosa; si era anche munita di “nécessaire”, al profumo di cloro!
La visione d’insieme è triste ed orripilante, nello stesso tempo: nessuno è vicino, l’uno dall’altro, nessuno si tocca, nessuno è rivolto l’uno di fronte all’altro, ma non è sufficiente per alcuni, preoccupati di disinfettare le mani, quasi fino a consumarle!
Tutto questo spettacolo, degno di un film dell’orrore, sembra distrarti dalla cosa principale, la celebrazione religiosa. Dopo qualche minuto, un’altra situazione strana si ode come una nota stonata: la Messa ha qualcosa di diverso, sono cambiate delle parole; ma che sta succedendo? Oltre allo spettacolo allucinante, anche le parole di Nostro Signore non sono più le stesse!! Stiamo impazzendo tutti?! Siamo sulla Terra o su un altro pianeta, sperduto nell’Universo?!
Con la tristezza nel cuore, mi risuonano le parole di Gesù, durante la tempesta marina, rivolte a Pietro che aveva, per un istante, dubitato di Lui:” Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”
Perché stiamo dubitando anche noi di Gesù nella Sua casa? Perché non ci affidiamo a Lui completamente, consapevoli che ci salverà? Eppure abbiamo già avuto un eloquente esempio da un grande Papa che, con la forza della sua fede, non ha avuto timore nemmeno della peste!